Vivere Alice senza Alice, scegliendo il punto di vista di un Cappellaio che cerca di ritrovare la
memoria perduta di un paese delle meraviglie che non c’è più.
Il Cappellaio ha mai provato meraviglia in quel paese?
Ma qual è la meraviglia? Cos’è?
Dove si rintraccia?
La Regina di cuori, il Gatto e il Cappellaio abitano agevolmente un territorio del nonsense
alla ricerca di un linguaggio del tempo andato.
I tre rivivono tracce di Alice, come se ogni più piccolo frammento che ha costituito quel
mondo fosse diventato il loro alfabeto.
[wptab name=’Scheda’]
Il Cappellaio
liberamente ispirato ad Alice di Lewis Carroll
di Linda Dalisi
con
Cappellaio – Fabio Pasquini
Regina di cuori – Sabrina Jorio
Gatto – Peppe Papa
musiche Alberto Falco
disegno luci Omar Scala
costumi Sara Berto
realizzazione scena e oggetti di scena Enrico de Capoa e Mauro Varchetta
trainer Sabrina Jorio
aiuto regia Alessandro Chini
collaborazione al testo Luca Dalisi
drammaturgia, ideazione spazio scenico e regia Tommaso Tuzzoli
produzione Tinaos / Casa del Contemporaneo
durata 70 minuti
Note di regia
Da sempre affascinati dalle avventure di Alice di Lewis Carroll abbiamo deciso di soffermarci sulla figura del Cappellaio, personaggio tra i più bizzarri e strampalati del mondo fantastico più conosciuto.
Il suo essere bloccato nell’ora del tè a causa di un concerto andato male (Regina: Sta ammazzando il Tempo! Tagliategli la testa!), il suo essere costretto a ripetere sempre lo stesso rituale, il suo rapporto con il Tempo e la sua conoscenza del Tempo, i suoi indovinelli rivolti ad Alice, il suo essere circondato da animali parlanti e magici o da personaggi umani di potere ed il suo essere matto come un cappellaio, sono da sempre fonte d’ispirazione.
La sua uscita di scena a conclusione di Alice nel paese delle meraviglie, contrassegnata dal processo di cui è testimone, dal tradimento subito dagli amici, dalla condanna e dalla fuga, così come il ritrovarlo in prigione e poi messaggero al servizio della corona in Alice attraverso lo specchio, lo rendono figura umana tra le più complesse.
Suggestionati dal racconto di Julio Cortázar, Lettera a una signorina a Parigi, contenuto nella raccolta Bestiario, dove si narra di un uomo che si ritrova ad abitare in un appartamento il cui ordine chiuso sarà totalmente rovesciato a causa di un suo piccolo problema, il vomitare coniglietti, abbiamo immaginato il nostro Cappellaio vivere bloccato in un luogo altrettanto ordinato ma privo del Tempo, ormai senza più parola e memoria del suo passato.
Compito del Gatto e della Regina di Cuori, gli altri due nostri coprotagonisti anch’essi bloccati in questa nuova dimensione, sarà riportare alla parola il nostro Cappellaio, facendogli ricordare le avventure passate per riscoprire il piacere del suo paese delle meraviglie e trovare una soluzione per un ritorno a casa insieme.
La Regina e il Gatto, proiezioni della stessa mente del Cappellaio, parti di una stessa coscienza in continuo conflitto, si interrogano dialogando su temi quali la perdita della propria identità, la ricerca d’ispirazione, il viaggio come scoperta di nuove strade e nuovi linguaggi, ma soprattutto affrontano il tema della rinascita dalla solitudine e dalle avversità.
Un pretesto, il nostro, per raccontare di come con il passare del tempo l’uomo sia incline a dimenticare il piacere del gioco e della fantasia, di come quelle che oggi definiamo zone di comfort nelle quali sprofondiamo, nascondano un ben più complesso stato psicologico, di come caos e ordine possano in fondo convivere, di come il diventare adulti può non essere così male, se si inseguono i propri sogni, e di come l’immaginare sia il motore per chi continua a credere fortemente nel teatro come l’arte del futuro.
La drammaturgia affidata a Linda Dalisi conserva il gioco del non sense e lo inserisce in una partitura corale alternata da cortocircuiti linguistici. Una lingua che, parlando del tempo, diventa a sua volta musicale, poetica e in grado di indagare anche quella zona onirica priva del tempo. Le filastrocche presenti nel testo, grazie al loro potere immaginifico, si trasformano in chiavi di accesso a situazioni non comprese e allo stesso tempo diventano motore per una nuova rinascita, riconnettendoci così alla parte di noi stessi forse ancora pura e più vicina al gioco.
Tommaso Tuzzoli
[/wptab]
[wptab name=’Video’]
Promo:
Presentazione Kilowatt 2019:
[/wptab]
[wptab name=’Immagini’]
[SLGF id=606]
[/wptab]
[wptab name=”Tournèe”]
12 e 13 luglio 2019
Centro Culturale Ottagono – Codroipo (Ud)
Festival estivo del Litorale 2019
22 luglio 2019
Auditorium Santa Chiara – Sansepolcro (Ar)
San Kilowatt Festival 2019
Stagione Casa del Contemporaneo
[/wptab]
[end_wptabset]