SID – Fin qui tutto bene

Con Alberto Boubakar Malanchino
Musica live e sound design Ivan Bert e Max Magaldi
Regia e Drammaturgia Girolamo Lucania
Concept scenografico Ivan Bert
Direzione Tecnica Alessandro Vendrame
Videoproiezioni Niccolò Borgia
Da un’idea di Ivan Bert e Girolamo Lucania
Produzione CUBO TEATRO

spettacolo vincitore del Premio In-Box 2023


Luogo

Teatro San Giorgio – Udine

Data

22 Luglio

Orario

21:00


durata 60 minuti

Sid.
Italiano.
Origini algerine. Quindici anni. Forse sedici, forse diciassette.
Veste sempre di bianco, perché il bianco è il colore del lutto per i musulmani.
Vive come uno dei tanti ragazzi di una delle tante periferie dell’Occidente. Vive nel mondo drogato della società dello spettacolo. Per uscire dalla disperazione e dalla noia di nascosto legge, ascolta musica, vede film.
Recita. Recita sempre. Fino a dimenticare di essere Sid.
Colleziona sacchetti di plastica, di carta, di tessuto, di materiale biodegradabile.
Tutti, rigorosamente, firmati. Bello, intelligentissimo, raffinato lettore, perfettamente padrone delle più sottili sfumature della lingua.
Ha ucciso.
Probabilmente per noia. Sicuramente per uno scopo più alto. Uccide soffocando le sue vittime nei sacchetti di plastica alla moda. La sua storia, è un film “senza montaggio”, un torrenziale monologo che è un concerto Hip Hop suonato dal vivo: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”.


PARLANO DI SID

SID, Fin qui tutto bene: suggestiva performance di un teatro capace di ipnotizzare lo spettatore.
Sid-Fin qui tutto bene, primo studio di un progetto di teatro acustico, liberamente ispirato ad Alì il magnifico di Paul Smail, che vede l’applaudito Alberto Boubakar Malanchino adrenalinico interprete di un “racconto di frontiera” nei panni di Sid, giovane dei giorni nostri rinchiuso in un carcere a fare i conti con la sua coscienza e con gli ingombranti fantasmi del burrascoso passato.
Ben sostenuto dalla drammaturgia sonora eseguita live da Ivan Bert e Max Magaldi, il Sid di Malanchino è spirito dalle fattezza diaboliche: arrivato in Italia poco più che bambino si trova da subito a vivere una condizione di straniero al pari di un’intera generazione di ragazzi immigrati, o di immigrati di seconda generazione.
Sedotto dall’apparire più che dall’essere, dal denaro facile procurato con furtarelli nelle griffe del centro, fossero anche solo i sacchetti dei negozi d’alta moda, il suo è un itinerario all’inferno di sola andata dove il passaggio dalle parole ai fatti, dai propositi all’azione violenta, è la naturale conseguenza di una degenerazione personale che tanto sa di sconfitta collettiva per un’intera società: guadagnatosi sul campo l’eloquente appellativo di “killer dei sacchetti”, Sid è creatura bifronte alla disperata ricerca di nuove strade da percorrere in un futuro tutto da scrivere.
Per raccontare la sua parabola umana nulla gli serve, se non un leggio, un piazzato ad illuminarlo dall’alto, una colonna sonora dai ritmi pulsanti, e soprattutto la forza di quelle parole che ne definiscono il carattere e tracciano le coordinate di un’esistenza oggi presentata in forma di studio, ma domani prodotto compiuto di sicura presa sul pubblico.

Roberto Canavesi


Liberamente tratto dal romanzo di finzione di Paul Smaïl, Alí il Magnifico, SID ha conquistato il pubblico del Fringe con la sua incredibile energia: “pungi come un’ape, vola come una farfalla”, per usare le parole “dell’altro” Magnifico Alì. E SID ha fatto proprio questo, accompagnandoci, tra un pugno e una carezza, alla scoperta della fragilità e delle contraddizioni di un quartiere multietnico della periferia torinese.

Torino Fringe Festival


Uno spettacolo a tratti concitato, a tratti dolente. È sotto gli occhi di tutti come l’apparire, il possedere cose siano diventati gli idoli a cui tutto si sacrifica, eppure cerchiamo d’ignorarlo. Sid, con il suo monologo rappeggiante, ci mostra il vuoto, la noia per tutto ed insieme l’intenso desiderio di una felicità, pienezza di vita che sembrano nascondersi ed allontanarsi sempre. Sid con le sue parole accusa una società che a parole promette inclusione, successo, benessere, amore, ma nei fatti mantiene le distanze, le separazioni e nega un futuro a chi vorrebbe riscattarsi.
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Dejavu


La colonna sonora, la parola e l’espressività mimico-coreutica dello scatenato Alberto Boubakar Malanchino fanno un tutt’uno, innestandosi, sostenendosi e alimentandosi a vicenda, per un’ora e dieci di spettacolo senza un istante di tregua: così come la spericolata vita di Sid, ladro, assassino,simbolo estremo di una generazione che non riesce a trovare un’identità.
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Rumor(s)cena


Il ritmo impresso in scena da Alberto varia, pur senza un attimo di sosta o di esitazione, sotto la spinta delle parole e degli stati d’animo del suo personaggio. Ed è un continuo dialogo fatto di suoni con i musicisti, Ivan Bert, Max Magaldi. Non è una autostrada, potremmo dire: è una strada tortuosa, con continue ardue salite e impegnative discese. E Alberto è davvero fantastico nel percorrere questo testo. Entra nel personaggio, cattura lo spettatore, lasciandogli il compito di abbandonarsi alle parole. E alla fine applaudirlo. Una ottima prova d’attore, ma anche uno stimolo ad abbandonare stereotipi e giudizi-pre.

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Spettacoli News


[…]il monologo di Sid – Fin qui tutto bene interpretato da Alberto Boubakar Malanchino, per raccontare le periferie e forzare il muro dei soliti stereotipi con una prosa graffiante e una performance prodotta da Cubo Teatro e E20inscena. Sid è un colto serial killer delle periferie che soffoca le persone con sacchetti di diversi brand di lusso e ascolta Mozart. La sua è una storia di esclusione, di una periferia urbana dove essere stranieri e poveri spesso coincide, ma è anche un’invettiva contro una società forgiata dalle diseguaglianze.

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Nuove Radici World


Per raccontare la sua parabola umana nulla gli serve, se non un leggio, un piazzato ad illuminarlo dall’alto, una colonna sonora dai ritmi pulsanti, e soprattutto la forza di quelle parole che ne definiscono il carattere e tracciano le coordinate di un’esistenza oggi presentata in forma di studio, ma domani prodotto compiuto di sicura presa sul pubblico.
Sid è creatura bifronte alla disperata ricerca di nuove strade da percorrere in un futuro tutto da scrivere.

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Teatroteatro.it


La sua storia è un film “senza montaggio”, un torrenziale monologo che è un concerto Hip Hop suonato dal vivo: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”.

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AlterMedia


spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contratto 41 Estate