RIMBAMBIMENTI

Un Ted talk senescente in salsa Punk

di e con Andrea Cosentino
drammaturgia sonora e musica dal vivo Lorenzo Lemme
progetto scenico Paola Villani
realizzazione marionetta A e B
luci Raffaella Vitiello
costumi Anna Coluccia
aiuto regia Alessandra De Luca
collaborazione artistica Michela Aiello, Rita Frongia, Margherita Masè, Giulio Sonno
produzione Cranpi
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
con il sostegno di Fortezza Est


Luogo

Teatro Dei Fabbri – Trieste

Data

27 Giugno

Orario

21:00


durata 60 minuti

Una performance che parte come una conferenza sul tempo da parte di un presunto scienziato, il suo doppio marionettistico affetto da Alzheimer e un assistente musicista, e scivola verso un concerto/spettacolo che, allineandosi alle concezioni di tempo e materia della fisica quantistica, smonta inevitabilmente ogni ordine e logica causale. Tra spiegazioni rigorose e discorsi a vanvera, il conferenziere dimentica la sua parte, cerca di ricostruirla attraverso appunti e oggetti sulla scena dei quali fatica a ricordare l’utilità, fino a perdere ogni cognizione di sé e degli altri, in un processo inarrestabile verso la dissoluzione e l’entropia. Il risultato è una conferenza esplosa, un mix incosciente tra musica tecnologica, teatro di figura, divulgazione scientifica e parole in  libertà, un TED Talk senescente in salsa punk.

Dicono di noi

Il teatro di Andrea Cosentino è un misto esplosivo di comicità e poesia, dove – e qui sta il punto più alto dell’operazione di “Rimbambimenti” – entrambe trovano origine dall’intelligenza, che lungi dall’essere un elemento di raffreddamento si rivela invece uno straordinario dispositivo emozionale. Cosentino è in grado come pochi altri performer di mescolare l’alto e il basso, l’idiozia e l’intelligenza – “un ted talk senescente in salsa punk” è il sottotitolo dello spettacolo, e un manifesto sullo sfondo della scena concretizza questa satira del celebre format di conferenze.
(…) Ci vuole tutta la genialità comica di Andrea Cosentino, tutto l’acume stralunato dei suoi ragionamenti e delle sue digressioni, tutta la tensione poetica che nasce dalla consapevolezza e non dall’illusione, per andarsene col sorriso da uno spettacolo come “Rimbambimenti” che, in fondo, ti piazza davanti agli occhi l’abisso dell’universo, delle sue leggi, e la fragilità del vivere. Eppure l’alchimia puntualmente riesce e noi a fine spettacolo, grati e con un profondo sorriso interiore, ce ne andiamo dalla sala.

Graziano Graziani, Stati di eccezione


Cosentino con questo nuovo spettacolo è tornato alle note emotive di certi suoi capolavori precedenti (come Primi Passi sulla luna) più vicini alla narrazione, con un linguaggio ormai influenzato dai passaggi successivi, quelli in cui venivano tagliati i ponti non solo con le storie ma anche con la logica e la razionalità per dare l’artista in pasto al pubblico e alla serata, senza rete, come accadeva in Kotekino Riff. D’altronde sono inesauribili i giochi, le situazioni, le sottolineature comiche e le immagini (…) attraverso le quali si compone il discorso. E la sua edificazione – tutt’altro che lineare, ma rispondente a una crescita proteiforme – appare di fronte a noi, escrescenza dopo escrescenza, fin quando l’intera realtà in cui siamo immersi viene completamente colonizzata da parole e immagini che, lentamente, aprono un buco nero in cui niente in realtà ha a che vedere con la fisica quantistica, ma molto con i nostri più fragili sentimenti.

Andrea Pocosgnich, Teatro e Critica


Come un clown, Cosentino, in balia di parole apparentemente casuali, si aggrappa a frammenti di nozioni, rimandi, ricordi rapidissimi, e scivola in digressioni comiche raffinate, collegate alla scienza come elemento di partenza per cercare di ricostruire un percorso che non ha più senso. Anche i suoni si adeguano e diventano complessi e articolati. Perdendo ogni sentiero narrativo, il performer si unisce alla musica suonando la tromba e dando vita a intermezzi e siparietti irriverenti. Resistere alla risata è davvero impresa ardua, mentre il baule fornisce spunti continui di assurdità. D’un tratto il protagonista estrae da esso una grossa marionetta, manipolata in stile bunraku. Il pupazzo, a ben vedere, gli assomiglia molto ma visibilmente invecchiato. Quando se ne rende conto, il professore ne viene colpito. È la presa di coscienza di quel trascorrere del tempo del quale cercava di parlare, senza riuscirci, scadendo in teorie esilaranti.

Davide Sannia, Krapp’s Last Post


Rimbambimenti, in perfetto stile del guitto Cosentino, gioca sulla traccia del tempo e le sue contraddizioni. Lo spettacolo si snoda e avanza a singhiozzi, alternando ai maldestri tentativi di spiegazioni logiche e scientifiche, spassose digressioni, aneddoti flash e ricordi brevissimi, poi voli pindarici, gags e interazioni col pubblico, in una girandola di oggetti variegati che l’attore tira fuori da un baule posto al centro della scena. (…) Con affinata maestria attoriale Cosentino alterna rapidamente i numerosi linguaggi della scena, dal teatro di figura a momenti di improvvisazione con il pubblico, a intermezzi musicali eseguiti insieme al musicista Lorenzo Lemme.

Irene Vannelli, Le Nottole di Minerva