in caso di pioggia Sala Bergamas
collaborazione al testo Paola Giglio
illustrazioni Ginevra Rapisardi
aiuto regia Valeria Perdonò
costume Adriana Morandi per Molce Atelier
allestimento tecnico Giuliano Almerighi
foto Laila Pozzo
Effimera Produzioni
organizzazione Elisa Binda
L’Italia è agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le pari opportunità.
Abbiamo i tassi più bassi di occupazione femminile, tribunali in cui gli avvocati fanno alle vittime di stupro le stesse domande che si facevano nel medioevo, malattie che non vengono riconosciute dai medici perché sono solo femminili e non vengono studiate. E nonostante alcune di queste riguardino circa il 15% della popolazione femminile di questo Paese non sono riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale e presentano un ritardo medio di diagnosi di almeno 5 anni.
Le donne non dovrebbero prendere gli stessi dosaggi di farmaci degli uomini perché i farmaci vengono metabolizzati in maniera diversa tra maschi e femmine, ma la mancanza di studi sulle donne fa si che queste prendano tutta la vita dosi eccessive di farmaci rispetto a quelle di cui avrebbero bisogno.
In tutto il mondo le donne vengono pagate meno degli uomini, tanto che nel 2018 la consigliera per il programma dello sviluppo delle Nazioni Unite Anuradha Seth ha definito questo fatto “il più grande furto della storia”, e pare incredibile che nel 2024 possa sembrare normale che a parità di curriculum e di mansioni, una donna debba venire pagata meno di un suo collega se non accettando implicitamente la convinzione che le femmine siano esseri umani inferiori ai maschi.
In Italia in media le donne vengono pagate all’anno 8000 euro meno degli uomini, però lavorano di più, perché una volta arrivate a casa iniziano un altro lavoro, non retribuito e non riconosciuto sul quale si regge tutto il welfare di questo Paese. Se domani dovesse venire meno il lavoro gratuito delle donne crollerebbe tutta l’economia mondiale, e non è un modo di dire.
In Italia una donna su tre non ha un conto corrente suo. Questo rende le donne fragili, dipendenti, in pericolo. La violenza economica è un fatto, e si somma a tutte le altre.
A proposito di violenza, abbiamo favole, che sono tra quelle più raccontate, in cui viene riproposto, romanticizzandolo, il ciclo della violenza di cui le psicologhe dei centri antiviolenza parlano da decenni. Ma prova a toccare una favola e vedrai che succede.
A fronte di tutto questo e molto di più, ogni donna si è sentita dare almeno una volta nella vita dell’Esagerata quando ha provato a evidenziare disparità e discriminazioni. Questa parola, usata evidentemente per smussare il nostro potenziale di protesta, ci ingabbia, ci limita, ci zittisce. Occorre però tenere in considerazione che nella storia delle donne le più grandi conquiste sono state portate avanti da Esagerate. L’appello è chiaro quindi:
ESAGERATE DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!
Se vi sentite insicure sul vostro livello di Esageranza non preoccupatevi. Abbiamo preparato un vero e proprio corso di Esageranza per voi che vi fornirà di un regolare attestato che vi darà Licenza di Esagerare.
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e il Comune di Gradisca d’Isonzo